Il monte della perfezione

PRESENZA DI DIO

Chi può salire al monte del Signore? (Sal. 23, 3).

Ti chiedo, mio Dio, di permettere che io mi accosti al santo monte dove Tu abiti, dove regna solo il tuo onore e la tua gloria.

 

LETTURA

S. Giovanni della Croce ci ha lasciato un grafico che riassume ed esprime sinteticamente tutta la vita spirituale.
É l’abbozzo di un monte la cui cima, rappresentante lo stato di perfezione, è raffigurata da un cerchio; la salita è simboleggiata da tre strade che si dirigono verso il centro del cerchio, ma una sola, la più stretta, vi giunge: è la via del «nulla», cioè dell’abnegazione totale; essa conduce diritta al centro del cerchio dove è scritto: «solo l’onore e la gloria di Dio qui abitano».

A questa vetta suprema giunge l’anima che, dominata dalla carità perfetta, aderisce totalmente alla volontà divina, è mossa solo da essa e quindi tende unicamente alla gloria della Santissima Trinità :- «Qui non vi è più strada, perché per l’uomo giusto non vi è legge …» è scritto intorno al cerchio. Infatti, l’anima totalmente dominata dall’amore di Dio non ha più bisogno, per compiere il suo dovere, del pungolo di una legge esterna che la costringa a rimanere sulla buona strada; la volontà divina è diventata spiritualmente l’unico «principio di attività» che la muove e la dirige in tutte le sue azioni. Perciò il Santo dice che, in questo stato, delle due volontà – l’umana e la divina – se n’è fatta una sola, e quest’unica volontà è la volontà divina diventata volontà dell’anima che, perdendosi in essa, ha abbandonato ogni altra scelta.

Tutte le virtù infuse, i doni e i frutti dello Spirito Santo fioriscono abbondantemente in quest’anima facendole gustare l’intimità con Dio in un «eterno convito, divino silenzio, divina sapienza».

Così, attraverso l’aspra via del «nulla», l’anima giunge al «tutto» immenso del suo Dio, unico tesoro in cui si perde.

COLLOQUIO

O Maria, Madre di Dio e Madre mia, quanta luce, quanto conforto mi viene dalla tua dolce figura! Tu, la più bella, la più santa e la purissima fra tutte le creature, Tu, la «piena di grazia», talmente piena che meritasti portare in te l’Autore e la fonte di ogni grazia, non disdegnare di presentarti a me, povera creatura che conosce il peccato e le sue miserie, quale modello di purezza, di amore, di santità.
Se i privilegi della tua concezione immacolata e della tua maternità divina sono inimitabili, tu pero li nascondi sotto una vita tanto semplice, tanto umile, per cui non temo di avvicinarmi a te, di chiederti di prendermi per mano, per aiutarmi a salire con te il monte della perfezione.
Sì, Tu sei la Regina del cielo e della terra, ma sei più madre che regina e perciò Tu stessa m’incoraggi a ricorrere a te e mi dici: «O figlio, ascoltami: beati quelli che percorrono le mie vie … Chi trova me troverà la vita e dal Signore riceverà la salute». Ed io ti rispondo col grido della Chiesa : «Attirami, o Vergine Immacolata correrò dietro a te, al profumi dei tuoi aromi».

 

Essere sposa di Cristo…è una divina realtà!

Questo stato evoca amore dato e ricevuto, intimità, fedeltà, dedizione assoluta!

È un cuore a cuore per tutta la vita.

È non sapere altro che amare; amare adorando, amare riparando, amare pregando, domandando, dimenticandosi; amare sempre sotto tutte le forme.

È fissare Gesù sempre con lo sguardo, per sorprendere il minimo desiderio; è entrare in tutte le sue gioie, condividere tutte le sue tristezze.

Vuol dire essere feconda, corredentrice, generare anime alla grazia, moltiplicare figli adottivi del Padre, i riscattati da Cristo, i coeredi della sua gloria.

Infine essere presa per sposa, per sposa mistica, vuol dire avere rapito il suo cuore a tal punto che, dimenticando tutta la distanza, il Verbo si riversi nell’anima come nel seno del Padre, con la medesima estasi di amore infinito. Vuol dire che il Padre, il Verbo e lo Spirito che invadono l’anima, la deificano, la consumano nell’Uno per l’amore.

Vuol dire il matrimonio, lo stato stabile, perché è l’unione indissolubile delle volontà e dei cuori. E Dio disse: facciamogli una compagna simile a lui; essi saranno due in uno…

S. Elisabetta della Trinità