Prefazione

L’orazione mentale è un mezzo indispensabile di vita interiore, anzi, normalmente ne è il respiro spontaneo. Tuttavia, di solito ciò non si realizza se l’anima non vi si applica per un certo tempo col suo sforzo: bisogna, in altre parole, imparare fare orazione. Per indicarne la via sono nati i metodi di meditazione.

Ne esistono parecchi, e tutti hanno i loro pregi; fra essi il metodo teresiano, sgorgato dagli insegnamenti di S. Teresa di Gesù, fondatrice delle Carmelitane Scalze e grande maestra di via spirituale.

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È ben nota ormai la nozione dell’orazione mentale lasciataci da S. Teresa. Nella sua Autobiografla ha scritto che è « un tratto amichevole neI quale l’anima parla spesso intimamente con Colui di cui conosce amore per lei” (8, 5). S Teresa mette quindi in luce l’indole, la tonalità affettiva dell’orazione mentale è un « tratto amichevole a, ossia uno scambio di mutua benevolenza » tra l’anima e Dio, in cui « sì parla intimamente con Dio — si sa che I’intimità è frutto d’amore — e si parla con Colui di cui si conosce l’amore. Ciascun elemento della definizione contiene l’idea dell’amore; però alla fine la Santa ricorda che l’anima deve anche conoscere, rendersi conto deIl’esistenza dell’amore di Dio per lei. Proprio questo, secondo S. Teresa, è l’ufficio dell’intelligenza nelI’orazione.

Perciò, anche secondo S. Teresa, nell’orazione mentale c’è l’esercizio dell’intelligenza e quello della volontà: l’intelligenza cerca di rendersi conto che Dio ama la sua creatura e vuoI essere amato da lei; la volontà, rispondendo all’invito divino, ama. Ecco tutto. La concezione non può essere più limpida.

Come tradurla in pratica? Questo il compito del metodo.

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Per intendere bene la struttura del metodo teresiano bisogna tener presente la definizione dell’orazione suesposta: allora si vede che, mediante tale metodo, essa si realizza in pieno. Insomma, si tratta di parlare affettuosamente col Signore dopo aver inteso che egli ci vuoI bene.

Dovendo parlare intimamente con Dio, bisogna stare a contatto con lui ed a ciò servirà la preparazione a che consiste nel mettersi più formalmente alla presenza di Dio, orientandosi verso di lui con un buon pensiero.

Per convincersi dell’amore di Dio verso di lei, l’anima sceglie come tema di riflessione una verità di fede atta a manifestare questo amore; perciò si applica alla lettura di un brano appropriato.

Ma non basta leggere; bisogna approfondire, e si approfondisce con la riflessione ossia con la meditazione.

Tutte le verità rivelate possono manifestare l’amore di Dio per me, ma oggi io cerco di intenderlo riflettendo sul tema che ho scelto nella lettura. Mi aiuto con i bei pensieri contenuti nel « punto” della meditazione per persuadermene attualmente, sì che spontanee mi vengono nel cuore, e forse anche sulle labbra, parole dì affetto.

E così comincio il mio colloquio con Dio, nel quale gli dico in tutti i modi (usando quello che mi viene pii spontaneo che lo amo, che Io voglio amare, che voglio progredire nel suo santo amore, che voglio provargli il mio amore con le opere, facendo la sua santa volontà.

Ed eccoci arrivati al centro, al cuore dell’orazione.

Per molte anime basta così.

C’è però chi ama maggiore varietà. E questa, che per alcuni facilita di molto il prolungamento del colloquio con Dio, viene offerta da altre tre parti del metodo le quali, però, sono facoltative:

  • Il ringraziamento, col quale, dopo aver ripetuto al Signore che Io amiamo, gli diciamo la nostra riconoscenza per tutti i benefici da lui ricevuti e ce ne mostriamo grati.
  • L’offerta, con cui, convinti di aver ricevuto tanto, cerchiamo di ripagare il più possibile presentando al Signore qualche buon proposito. Cosa del resto che, concludendo l’orazione, è sempre utile fare.
  • La domanda, con cui, convinti della nostra pochezza e fragilità, imploriamo l’aiuto di Dio.

Ed ecco tutto il metodo teresiano composto di 7 parti:

  • Due introduttive: la preparazione(presenza dl Dio) e la lettura.
  • Due sostanziali: la meditazione e il colloquio.
  • Tre facoltative, per prolungare più facilmente il colloquio: il ringraziamento, l’offerta e la domanda.

Le meditazioni qui pubblicate sono intonate a questo metodo

Si comincia con la presenza di Dio, ossia con un buon pensiero che mette l’anima in contatto con Dio e I’orienta verso di lui.

La lettura si fa leggendo il « punto » della meditazione. E siccome molte persone di vita interiore si applicano alla meditazione due volte al giorno, ogni meditazione offre due punti.

Quindi I‘anima si mette a riflettere, aiutandosi liberamente col testo già letto.

In modo spontaneo passerà così al colloquio che, secondo il concetto teresiano, è il « cuore », il centro dell’orazione mentale.

Perciò specialmente qui le nostre meditazioni vogliono venire in aiuto alle anime. A tale scopo abbiamo voluto dare ai colloqui » una forma abbastanza ampia — nondimeno l’anima se ne servirà molto liberamente scegliendo quanto corrisponde al suo bi sogno attuale — e, per renderli più efficaci, li abbiamo composti servendoci di preferenza di bellissime ed infuocate espressioni di anime sante ed ardenti – Tuttavia, molto spesso è stato necessario riportare questi testi con qualche leggera modificazione appunto per adattarli meglio alla forma di colloquio a tu per tu; sempre poi ne è indicata la fonte.

In questi colloqui non vi sono solo espressioni di amore, ma queste si alternano con domande, ringraziamenti, ecc. e anche con slanci dell’anima verso Dio, che si concretano in propositi.

Ci auguriamo che, così composte, queste meditazioni servano efficacemente ad aiutare le anime ad applicarsi all’orazione mentale secondo il concetto e il metodo teresiano.

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La spiritualità teresiana è la spiritualità dell’intimità divina, ossia cerca di nutrire nelle anime l’ideale dell’intimità con Dio e di avviarle alla sua realizzazione. Tale fine si raggiunge in modo precipuo per mezzo dell’orazione mentale la quale, perciò, dev’essere intonata a questa grande ed eccelsa aspirazione.

Ed è appunto questo il « tono » che abbiamo cercato di dare alle nostre meditazioni, 1e quali vengono pubblicate sotto il titolo Intimità divina proprio per indicare che il loro scopo è di aiutare il più possibile le anime a conseguire questa grande meta.

Peraltro la spiritualità i teresiana è anche dottrinale. Teresa di Gesù, la grande maestra di vita spirituale », ha sempre desiderato e procurato che la vita ascetica e mistica delle anime a lei care fosse fondata su solida dottrina; perciò la Santa amava molto la teologia. Ecco perché abbiamo desiderato tracciare queste meditazioni su uno sfondo seriamente teologico. Abbiamo anzi cercato di ordinarle in modo che, nel corso di un anno, vengano passati in rassegna i problemi fondamentali della vita spirituale, tutte le realtà soprannaturali con cui la vita interiore ci mette in contatto.

Lo Spirito Santo, che è Spirito d’Amore e si degna abitare nelle anime nostre per prenderle sempre più sotto il suo influsso e governo, voglia, « con copiosissima effusione » di grazia, accendere in noi l’amore di carità con cui possiamo penetrare nell’intimità divina. E Maria SS.ma Madre del bell’Amore, la cui anima ripiena di grazia fu sempre mossa dallo Spirito Santo, ci ottenga da questo divino Spirito che anche noi, docili ai suoi inviti, con l’aiuto di una pratica assidua ed efficace dell’orazione mentale. realizziamo il bell’ideale dell’unione intima con Dio.

P. Gabriele di S.M. Maddalena, o. c. d.
Roma, Festa del Sacro Cuore I952

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