Gesù ci rivela il Padre

PRESENZA DI DIO

O Gesù, Tu sei il Verbo rivelatore del Padre,
Tu solo dunque mi puoi insegnare chi sia il mio Dio.
Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta!

 

MEDTAZIONE

1

«Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio… » (Gv 17,3), ha affermato Gesù. E San Giovanni evangelista osserva: «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.» (Gv 1,18).

Soltanto Gesù, Figlio di Dio, può farci conoscere Dio Padre: soltanto lui, nella sua qualità di Verbo, è per natura il Rivelatore di Dio.

Come la nostra parola esprime il nostro pensiero, così il Verbo, Parola sostanziale del Padre, esprime il Padre, rivela la natura di Dio.

Quando il Verbo s’incarna rimane quello che è, e perciò continua ad essere la Parola, lo splendore, il rivelatore di Dio; incarnandosi non fa che rendersi sensibile a noi uomini, accessibile alle nostre capacità umane, ma non diminuisce in nessun modo la sua qualità di Verbo.

Anche quando Gesù non parla, con la sola sua Persona e con qualsiasi suo atto, ci mostra, ci rivela Dio. Più volte, e con un certo rimpianto perché non era capito, Gesù ha ripetuto: «se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio» (Gv 8,19; 14,7).

Ed a Filippo che, durante l’ultima Cena, gli chiedeva ancora di fargli vedere il Padre, rispondeva in tono di dolce rimprovero: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre… Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? » (Gv 14,9.10).

Gesù «è l’immagine del Dio invisibile» (Col. 1,15): basta guardare lui con fede ed amore per conoscere Dio.
Da nessun altro maestro, in nessun altro modo potremo apprendere tale conoscenza, indispensabile per la vita eterna.
«Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.» (Mt. 11,27).

2

L’uomo può, con la sua ragione e risalendo dalle cose create alla loro causa prima, conoscere l’esistenza di Dio come creatore e padrone dell’universo, tuttavia si tratta sempre di una conoscenza mediata, indiretta, assai imperfetta, raggiunta con molta fatica e spesso anche attraverso molti errori.

Ma vi sono altre verità divine assolutamente irraggiungibili dall’intelligenza umana, come, ad esempio, la Trinità di Dio, l’Incarnazione del Verbo, la Paternità divina nei nostri riguardi, la nostra incorporazione a Cristo e la nostra elevazione allo stato soprannaturale.

Queste verità, che sono le più profonde, le più rivelatrici di Dio e della sua vita intima e che nello stesso tempo riguardano i nostri supremi destini, non avremmo mai potuto conoscerle se Gesù non fosse venuto a rivelarcele. Ed Egli ce le rivela con la più grande autorità: «Io parlo di quel che so e attesto quello che ho veduto … lo dico quello che ho veduto presso il Padre mio … Voi non conoscete il Padre, ma io lo conosco perché sono da lui» (cfr. Gv. 3,11; 8,38; 7,28.29).

Con la parabola del figliol prodigo e della pecorella smarrita, con le sue commoventi espressioni sulla bontà del Padre celeste che «fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi» (Mt. 5,45), che «nutre gli uccelli dell’aria e riveste i gigli del campo» (cfr. ivi, 6,26-30), Gesù ci rivela la misericordia infinita, la provvidenza paterna di Dio che ci accoglie e ci nutre come suoi figli.

Ma ce la rivela ancor più con le sue opere: con la sua sollecitudine per tutte le miserie materiali e spirituali, con l’amore che lo spinge continuamente in cerca di anime da salvare fino a dare la vita per loro.

La buona novella portata da Gesù al mondo consiste soprattutto in questa rivelazione di Dio, carità infinita, di Dio, Padre nostro amantissimo, e su tale rivelazione si basa tutto il nuovo testamento, tutta la vita cristiana.COLLOQUIO

«O Gesù Cristo, Figliolo di Dio, Verbo e Sapienza del Padre, Tu sei il libro della vita: Tu sei apparso in questo mondo per ammaestrarci con la vita, morte e dottrina tua …
O Dio increato, fammi degna di conoscere come questo tuo Figliolo rivelò a noi te, suo Padre»

B. Angela da Foligno).

O Gesù, anch’io ti prego con Filippo: «Mostrami il Padre», ma soggiungo subito: mostramelo in te, perché il Padre è in te e Tu in lui, sì che, guardando te, vedo e trovo il Padre tuo.

La tua Umanità è un velo che nasconde e cela la Divinità del Padre, Divinità che è pure la tua perché Tu sei Dio come il Padre e come lo Spirito Santo.

Tu sei il Verbo, o Gesù, ma il Verbo incarnato, e nella tua carne è, per così dire, scritta la Parola del Padre, sicché io posso legger a in te, unico vero libro della Vita.

Con tutto il tuo Essere, con la tua Persona, le azioni e parole tue Tu mi riveli Dio; e sempre e in tutti i modi mi ripeti una grande cosa: Dio è carità. La vita eterna è conoscere te, o Gesù, e per mezzo tuo conoscere Dio, e questa conoscenza Tu solo puoi darmela, solo da te posso apprenderla; come è necessario dunque, e come desidero che Tu mi istruisca.

«O Signore e mio vero Dio, chi non ti conosce non ti ama. Oh! grande verità! Ma che sventura, che sventura, Signore, per coloro che non ti vogliono conoscere!»

(Santa Teresa di Gesù: Esclamazioni 14, 1).

O Signore, rivelati all’anima mia perché io desidero conoscerti: conoscerti per amarti, per servirti, per regolare la mia vita secondo i tuoi desideri.

«O Dio, forse che nel mondo quando si tratta di contrarre matrimonio, non si cerca prima di conoscere chi sia quegli che si vuol sposare, le sue qualità, le sue sostanze?

E noi che siamo già sposate, non dovremmo … conoscere chi sia il nostro Sposo, chi sia il Padre suo, quale il paese, in cui ci deve condurre, quali le ricchezze che ci promette, che carattere abbia, che cosa si debba fare per meglio accontentarlo, in che cosa potremmo fargli piacere e studiare il modo di conformare il nostro carattere col suo?

Ma, o mio Sposo, sarà forse mai vero che, trattandosi di voi, si debba far meno come che degli uomini?»

(Santa Teresa di Gesù: Cammino di perfezione 22,7 e 8).