San Giuseppe

PRESENZA DI DIO
O glorioso S. Giuseppe, fa’ che sotto il tuo patrocinio
cresca e si sviluppi la mia vita interiore.

 

MEDITAZIONE

1

Oggi la Chiesa ci presenta S. Giuseppe, il grande patriarca alla cui custodia Dio volle affidare la porzione elettissima del suo gregge: Maria SS.ma e Gesù.

Appunto perché Giuseppe è stato scelto da Dio quale custode della famiglia di Nazaret, primo nucleo della grande famiglia cristiana, la Chiesa ha voluto riconoscere in lui il custode, il patrono di tutta la cristianità.
La solennità odierna c’invita così a fissare lo sguardo sulla missione del grande Santo nei rapporti con Gesù e con la sua Chiesa.

Conosciuto il mistero dell’Incarnazione, tutta la vita di Giuseppe gravita attorno a quella del Verbo Incarnato: per Lui le sue ansie, le sue sofferenze, le sue fatiche, il suo lavoro; per Lui tutte le sue premure, le sue energie, le sue risorse, il suo tempo.

Non ha riservato nulla per sé, ma, totalmente dimentico di qualsiasi esigenza, desiderio o veduta personale, si è dato tutto agli interessi ed all’ opera di Gesù; per Giuseppe non esistono che Gesù e Maria ed egli sente che la sua vita non ha altra ragione di essere che il loro servizio, la loro custodia.

Così ha partecipato in pieno, quale collaboratore umile e nascosto, all’opera della Redenzione e, se non ha accompagnato Gesù nella sua vita apostolica ed alla sua morte di – come invece ha fatto Maria – ha però lavorato agli stessi fini del Salvatore.

Essendo stato il custode fedele della Sacra Famiglia, non è possibile che dal cielo S. Giuseppe non continui ad essere il custode della grande famiglia cristiana, la Chiesa universale.

2

La chiamata di Giuseppe a custode della famiglia di Nazaret è stata anche una chiamata all’intimità divina.

Non dobbiamo dimenticare che S. Giuseppe sta nel punto di divisione fra l’antico e il nuovo testamento; la prima parte della sua vita appartiene all’antico e la seconda al nuovo.

Prima della venuta di Gesù, Egli, come tutti i patriarchi della vecchia alleanza, avrà certamente seguito l’indirizzo dei suoi tempi, per cui i suoi rapporti con Dio saranno stati soprattutto informati da un senso di sacro timore riverenziale.

Ma dal momento in cui l’Angelo gli rivela il mistero dell’Incarnazione ed Egli viene a sapere che Maria, sua Sposa, è la Madre del Redentore, tutto cambia nella sua vita.

Dio, da lui sempre onorato come l’Altissimo, l’Inaccessibile, il tre volte Santo, gli si fa vicino, tanto vicino, fino ad incarnarsi nel seno della sua Sposa e fino a scegliere lui come suo Padre putativo.

Appena nato, vien posto fra le sue braccia, è affidato alle sue cure, e poi crescerà sotto i suoi sguardi, si nutrirà alla sua mensa, dormirà sotto il suo tetto. Quale vita d’intimità!

E non solo è intimità di rapporti esterni, ma anche di rapporti interiori, spirituali, perché Giuseppe sa per fede che Gesù è il suo Dio.
Così, insieme con Maria, il grande Santo fu il primo ad entrare in quella vita di amore e d’intimità con Dio, di cui Gesù ci ha aperto le porte.

Vediamo dunque Giuseppe compiere la sua missione non solo con totale dedizione esterna, ma anche con un cuore pieno di Gesù, in cui fiorisce una splendida vita d’intimità divina.
Mentre si dà alle opere richieste dal suo compito di padre putativo, nel segreto della sua anima vive in continui rapporti d’amore col suo Dio, Verbo Incarnato.

Nella Chiesa ognuno di noi ha la sua missione da compiere per il bene delle anime e per la gloria di Dio, missione che esige opere e spesso opere faticose, sacrifici e azione intensa.
Come S. Giuseppe, dobbiamo darci con generosità, con totalità, senza risparmio, senza riserva; ma, nello stesso tempo, dobbiamo anche noi darci alle opere di Dio con un cuore pieno di Dio, con un cuore che vive in intimità con lui, alimentando questa intimità mediante l’esercizio assiduo dell’orazione.

Giuseppe c’insegni il suo dolce segreto di vita attiva e contemplativa insieme, affinché, come lui, sappiamo darci all’azione senza trascurare la nostra vita di intima unione con Dio.

COLLOQUIO

«San Giuseppe, te felice, cui fu dato non solo di vedere e di ascoltare quel Dio che molti re bramarono di vedere e non videro,di ascoltare e non ascoltarono, ma anche di portarlo fra le braccia, di baciarlo, di vestirlo, e custodirlo! …
O S. Giuseppe, gli altri solo dopo la morte, ma Tu ancora vivente, al pari dei beati, godi di Dio e vivi accanto a lui. Tu stringi al tuo cuore Gesù Bambino, Tu lo segui profugo in Egitto, Tu l’alberghi sotto il tuo tetto»
(cfr. BR.)

«Oh, quanti dolci baci hai ricevuto da lui!
Con quanta dolcezza sentivi chiamarti dal Pargoletto che appena balbettava e con quanta soavità ti sentivi dolcemente abbracciare. Con quanto amore, nei viaggi, lo facevi riposare sulle tue ginocchia mentre Egli, ancora bambino, era spossato dalla fatica!
Un amore senza riserve ti portava verso di lui, come verso un dolcissimo Figliolo che lo Spirito Santo ti aveva donato, mediante la Vergine tua sposa»

(S. Bernardino da Siena).

 

«O glorioso Santo, è cosa che fa veramente meraviglia il ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i pericoli, sì di anima che di corpo, da cui, per la tua intercessione, mi ha liberata.
Sembra che agli altri Santi Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell’altra necessità, Tu invece stendi il tuo patrocinio su tutto …
A te devono essere affezionate specialmente le persone di orazione; …
e chi non avesse maestro da cui imparare per far orazione, prenda te per guida e non sbaglierà»

(Teresa di Gesù, Vita 6, 6. 8).

 

O Giuseppe, fa’ che sotto il tuo patrocinio cresca e prosperi la vita della Chiesa tutta e la vita interiore di ogni cristiano.
Sotto la tua protezione metto la mia vita spirituale;
Tu che hai vissuto tanto vicino a Gesù, introducimi nella sua intimità
e fa’ che, come te, possa servirlo con un cuore pieno di amore.