La grande lotta

PRESENZA DI DIO

O Gesù, mi ritiro con te nel deserto;
insegnami come devo lottare contro la triplice concupiscenza
della carne, dell’orgoglio, dell’avarizia.

 

MEDITAZIONE

1

Oggi, iniziandosi il periodo strettamente quaresimale, la Chiesa ci invita a quella grande lotta, lotta contro il peccato, che deve condurci alla risurrezione pasquale.

Il modello è Gesù, lui che, pur essendo esente dal fomite della concupiscenza, ha voluto per noi essere tentato dal demonio, onde compatire le nostre debolezze.

Dopo quaranta giorni di rigoroso digiuno, mentre sente gli stimoli della fame, Gesù è tentato da Satana a mutare le pietre in pane.

Non si può abbracciare un regime di seria penitenza o di mortificazione, senza subirne gli incomodi, ma è allora il momento di resistere alle voci insinuanti che invitano a maggior condiscendenza verso le esigenze fisiche, rispondendo con Gesù: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4, 1 – 11).

La vita dell’uomo, assai più che dal nutrimento materiale, dipende dalla volontà di Dio; chi è convinto di ciò avrà il coraggio di sottoporsi a privazioni, confidando per il proprio sostentamento nella divina Provvidenza.

Gesù poi viene tentato di orgoglio: «Se Tu sei il Figlio di Dio, gettati giù di qui … e gli angeli ti sosterranno sulle loro mani». Un simile miracolo gli avrebbe attirato l’ammirazione e l’entusiasmo del popolo, ma Gesù sa che il Padre ha scelto per lui ben altra via: non trionfi, ma umiliazioni, croce, morte; Egli non vuole uscire da questa via e risolutamente respinge la superba proposta.

Il mezzo migliore per vincere le tentazioni di orgoglio e di vanità, è scegliere espressamente quel che ci umilia e che ci fa scomparire agli occhi altrui.

Il demonio torna alla carica e tenta Gesù di avarizia:

«Tutte queste cose io ti darò se, prostrandoti davanti a me, mi adorerai», ma Egli risponde: «Adora il Signore Dio tuo e servi lui solo!». Chi ha il cuore fortemente ancorato in Dio non si lascia mai distogliere dal suo servizio per gli allettamenti e la cupidigia dei beni terreni.

Ma, se manca questa forte adesione a Dio, quante volte la tentazione di avarizia riuscirà a far deviare anche coloro che dovrebbero, per particolare vocazione, «servire Dio solo»!

2

Gesù è stato tentato perché lo ha voluto. Noi siamo tentati anche senza volerlo e anzi, molto spesso, contro la nostra volontà. La tentazione di Gesù è stata puramente esteriore, non trovando in lui alcuna risonanza; in noi, invece, la natura, ferita dalla triplice concupiscenza della carne, dell’orgoglio, dell’avarizia, non solo presenta facile presa agli assalti del demonio, ma è essa stessa fonte di molteplici tentazioni.

È quindi impossibile per noi vivere senza tentazioni e la nostra virtù non consiste nell’essere esenti da esse, ma nel saperle vincere.

È questa una lotta cui nessuno può sottrarsi, anzi Dio vuole che questa stessa lotta sia il pegno della vita eterna: «Beato l’uomo che sopporta la prova, perché quando sarà stato provato, riceverà la corona della vita» (Gc 1, 12).

Impariamo da Gesù come comportarci nelle tentazioni; anzitutto dobbiamo avere una grande fiducia in Dio.

Gesù non ha voluto provvedere alla sua fame, non ha voluto imporsi agli uomini per mezzo di uno strepitoso miracolo, non ha accettato regni e ricchezze, perché, avendo piena fiducia nel Padre suo, tutto – la sua vita, la sua missione, la sua gloria – aveva totalmente affidato alle di lui cure.

Chi ha piena fiducia in Dio ed è sicuro della sua divina Provvidenza, non si lascerà facilmente attirare dalle vane lusinghe del demonio, del mondo e della carne, poiché sa che Dio solo può dargli il vero bene, la vera felicità.

Ma in un altro senso dobbiamo coltivare la fiducia nel momento della tentazione. Se Dio permette che siamo tentati, non permette però che lo siamo al di sopra delle nostre forze e, accanto ad ogni tentazione, è sempre pronta una particolare grazia attuale sufficiente per vincerla.

Perciò, anziché lasciarci turbare dalla violenza della lotta, guardiamo con fiducia la grazia che Dio ci offre e cerchiamo di farla nostra mediante la preghiera umile e fiduciosa.

COLLOQUIO

Sì, mio Dio e mio Salvatore, io confido in te! E soprattutto nel momento della lotta voglio, con raddoppiata fiducia, rifugiarmi in te, perché «il mio difensore sei Tu … e Tu mi libererai dal laccio dei cacciatori e da ogni calamità.

Con le tue ali mi proteggerai e sotto le tue penne sarò al sicuro. D’uno scudo mi circonderà la tua fedeltà ed io non temerò gli spaventi notturni, né la freccia volante nel giorno, non la peste vagolante nelle tenebre, né l’assalto e il demonio meridiano.

Tu sei, o Signore, la mia speranza e Tu, Altissimo, il mio rifugio!

Agli angeli tuoi hai dato ordine per me, che mi custodiscano in tutte le tue vie; ed essi mi porteranno sulle loro mani affinché i miei piedi non abbiano ad urtare nei sassi»

(cfr. Sal. 90, 3-12)